La tragedia
Se l’è portato via un male incurabile. I compagni: “Era il migliore di tutti noi”
Da domani in classe senza il dolce Matteo (Ieri le esequie dello studente del Majorana)
Ha lottato fino alla fine contro quel male che lo tormentava da anni ma non ce l’ha fatta. Matteo Farina, 18 anni, studente dell’ Itis Majorana, si è spento ieri mattina in un letto d’ospedale. Un maledetto tumore al cervello se l’è portato via strappandolo dalle braccia di famigliari, amici e professori. Lo ricordano tutti con il sorriso sempre stampato in viso, disponibile e semplice. Matteo Farina frequentava l’Istituto Industriale da tre anni. Era alunno della 5AK e aveva un rendimento scolastico invidiabile. Lo dicono il preside Salvatore Giuliano, i professori, i compagni di classe e lo testimoniano tutte le sue pagelle.
“A dicembre, a fine trimestre, è risultato l’alunno più bravo del nostro Istituto” ha confessato il dirigente scolastico. Era dedito allo studio e per i suoi compagni di classe era un esempio, un punto di riferimento. Tra i possibili centisti dei prossimi esami di maturità c’era anche lui che aveva una media invidiabile. Si era ammalato sei anni fa ma mai aveva fatto pesare tutto questo nella sua vita, nella sua quotidianità, nei suoi piccoli e grandi gesti di ogni giorno. Amava la musica, suonava la chitarra e cantava in un gruppo. Amava lo sport, era un simpatizzante juventino ed era un ragazzo molto religioso.
Ha vissuto con entusiasmo ogni minuto, ogni giornata, fino all’ultimo. Fino a quando quel tumore gli ha impedito anche di pronunciare qualche parola. Ha frequentato la scuola fino alla fine di dicembre. Dopo di che non è riuscito più a tornare in classe perché la malattia lo aveva messo in ginocchio. Tre le operazioni che Matteo ha dovuto subire in un solo mese e mezzo in Germania. Era tornato in Italia a metà febbraio.
Prima di partire –continua a raccontare il preside- era venuto a salutarmi insieme a sua madre Paola. Era un grande ragazzo. Ha affrontato tutto sempre con dignità, anche in quel momento. Al ritorno Matteo aveva qualcosa di diverso. Gli interventi lo avevano costretto su di una seria a rotelle. Era stato colpito da una semi paresi che gli rendeva immobile la gamba ed il braccio sinistro. Ma era tornato a Brindisi e in una festa a sorpresa, organizzata dalla sua scuola, aveva rincontrato compagni, professori ed il preside che gli è sempre stato vicino. È stata una delle ultime occasioni nella quale lo abbiamo visto – raccontano i compagni di classe – anche se dopo il suo ritorno in gruppi e puntualmente andavamo a casa a trovarlo perché non voleva rimanere indietro con il programma.
Voleva sempre tutti i compiti e spesso anche i professori andavano a trovarlo.
Non appena tornato a casa – aggiunge il preside – mi confessò che sentiva il bisogno di studiare matematica e che non voleva farsi trovare impreparato dai suoi docenti. Non aveva mai perso l’entusiasmo. Nell’ultimo mese però le sue condizioni di salute erano ancor più peggiorate talmente tanto che non riusciva più nemmeno a parlare. Comunicava solo grazie alle sue dita dicendo si con il pollice e non con l’indice. Si alimentava solo grazie ad un sondino ma i suoi occhi brillavano ancora di quella luce speciale che lo ha sempre contraddistinto negli anni.
Questo fino a venerdì mattina.
Erano appena passate le cinque quando Matteo è spirato.
A scuola si è osservato un minuto di silenzio in suo ricordo. I suoi compagni di classe sono stati avvisati tramite un sms.
La chiesa Ave Maris Stella, dove si sono svolti i funerali era gremita di gente. Erano tutti li.
I suoi insegnanti, i suoi amici, il suo preside, la sua famiglia.
“Anche se non c’è più fisicamente – hanno concluso gli amici – la sua anima è sempre con noi”.
Purtroppo è andato via un compagno, un amico, un ragazzo eccezionale. È volato in cielo il nostro grande Matteo – ha aggiunto il preside Salvatore Giuliano – ma faremo in modo di tenere vivo il suo ricordo in ogni modo”.