... Testimonianze

Testimonianza di Don Gianni Paganini (Missione Cattolica Italiana in Hannover)

Mi riesce difficile esprimere una testimonianza, un ricordo di Matteo.

Mi capita più volte di pensare ancora a lui e lo vedo nel suo letto d'ospedale, che mi aspetta per ricevere i sacramenti della Confes­sione e della Comunione. Con gelosia vorrei custodire quei mo­menti, trattenerli per me, ricordando il profondo e autentico cam­mino di fede di un giovane che, pur nella difficilissima situazione della malattia, seppe attaccarsi alla persona di Gesù Cristo.

Durante i suoi ricoveri ha sempre gradito la mia visita come sa­cerdote. Con lui ho avuto la possibilità di pregare, di dialogare, di cogliere sue riflessioni e intuizioni che lasciavano trasparire una profonda maturità di fede. Non ho mai sentito da lui un lamento.

Era sempre pieno di amore verso gli altri e riconoscente verso i genitori, la sorella, le tante persone buone che si interessavano a lui nei modi più svariati, in ospedale e fuori. Anche la nostra co­munità emigrata è stata beneficiata dal suo esempio quando come chierichetto o lettore partecipava alla S. Messa in italiano.

La sua bontà, il suo comportamento, il suo essere vero e autenti­co, innamorato di Gesù Cristo, con una speciale devozione alla Madonna e forgiato da una particolare spiritualità francescana, lo ha reso pronto, pur nella sua giovane età, per essere accolto nella gloria di Dio, tra i servi buoni e fedeli.

Don Gianni Paganini

Missione Cattolica Italiana di Hannover

Testimonianza di Padre Saverio

IL MIO ANGELO

Io ho un Angelo al mio fianco, oltre quello che Dio mi ha dato.

E’ giovane il mio Angelo.

Un giorno era per me un figlio ed io per lui un padre.

Da quando l’ho conosciuto non voglio più parlar male dei giovani.

Era bravo, buono, un miracolo di natura e di grazia.

Era un fiore, raro e profumato, che sapeva più di cielo che di terra.

Modello, esemplare, ideale.

Il suo nome era Matteo.

È il mio Angelo giovane.

Padre Saverio Ligorio

(in occasione dell’ottavo giorno).

Testimonianza di Anna Maria Manfreda

Articolo pubblicato su “Fermento” periodico dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni il 15.09.2009

RICORDO: Un giovane impegnato nella preghiera e nell’apostolato.             

Una testimonianza preziosa

Il 24 aprile 2009, alle 5.15, in una fredda e piovosa giornata di prima­vera, si è conclusa l’esistenza terrena di un giovane meraviglioso ap­partenente alla Comunità e al Gruppo di Preghiera Padre Pio della par­rocchia Ave Maris Stella.

È stato un giorno indimenticabile per i numerosissimi giovani e per tutti coloro che conoscevano e amavano Matteo Farina, uno splendido ragazzo di diciotto anni che per noi è prematuramente nato al cielo, lasciando tutti nello straziante dolore del distacco, ma nella confortan­te certezza che la sua anima è stata accolta alle porte del Paradiso dal nostro amato Padre Pio.

Nella sua breve esistenza, Matteo ha lasciato un’impronta indelebile della sua straordinaria spiritualità francescana e della sua grande uma­nità.

Già verso gli otto anni ha fatto parte del “Nido di Preghiera” della no­stra Parrocchia, partecipando agli incontri con assiduità e convinzione esemplari.

La sua fede fu rafforzata da un sogno significativo. Infatti, la notte tra il 2 e 3 gennaio 2000, Padre Pio, in sogno gli diceva: “Se sei riuscito a capire che chi è senza peccato è felice, devi dirlo agli altri, in modo da poter andare tutti insieme, felici nel Regno di Dio”.

E l’ha detto agli altri... nelle sue poesie, testimonianza preziosissima per tutti di un intimo colloquio con Dio e di una continua ricerca di anime da condurre a Lui.

Così Matteo ha continuato il suo cammino di preghiera e di apostolato, impegnandosi a recitare il Rosario quotidianamente, e in parrocchia ogni sabato sera dopo la Messa Vespertina, insieme con altri giovani e le loro famiglie.

Verso i tredici anni, è stato visitato dalla malattia, un tumore al cervel­lo che nel volgere di sei lunghissimi anni lo ha pian piano condotto alla fine della sua vita su questa terra.

Matteo non ha mai lasciato intendere agli altri la sua grande sofferen­za: sempre sorridente e presente in parrocchia, è stato amato da tutti e seguito nel suo calvario con incessanti preghiere, alle quali lui si univa da lontano, quando la malattia gli impediva di essere presente, con una continua offerta di sé al Signore, per la salvezza dei peccatori!

Nell’Istituto che frequentava, l’ITIS Majorana di Brindisi era un alun­no modello della V AK, con un rendimento scolastico eccellente. Amava lo sport, la musica, suonava e cantava. I compagni di classe e di altri istituti, che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, lo hanno salu­tato al suo funerale con lettere affettuosissime, segno di grande amici­zia e familiarità. Matteo, infatti, era sempre disponibile verso tutti, ma soprattutto con chi gli chiedeva aiuto sia nello studio, che nell’intrica­tissimo groviglio dei sentimenti giovanili.

Il preside dell’Istituto che frequentava e tutti i suoi insegnanti hanno riconosciuto in lui ”un ragazzo eccezionale... di grande umanità, che esprimeva in ogni gesto. Pur provato da numerosi interventi che ha subito negli ultimi mesi e dalla chemioterapia, alla quale è stato più volte sottoposto, ha continuato a frequentare gli studi e i corsi di eccel­lenza per i più dotati, durante i quali si era particolarmente distinto, infatti era stato individuato come elemento di spicco anche dagli esperti aziendali organizzatori dei corsi. Il suo sogno era diventare In­gegnere e si stava già documentando sul corso di Ingegneria Energeti­ca che gli avrebbe permesso di lavorare per i poveri del mondo, nel cuore dell’Africa, dove avrebbe voluto portare l’energia a basso costo, senza problemi d’inquinamento ambientale.

Ha lottato con tutte le sue forze contro questo terribile male, fino agli ultimi giorni della sua vita, sostenuto e confortato da tanti amici, ma soprattutto da una famiglia meravigliosa: il papà Miky, la mamma Paola, la sorella Erika, con i nonni, gli zii, i cugini, tutti uniti da una fede granitica e costanti nella preghiera e nella vita eucaristica, testi­monianza luminosa di vita cristiana nella piena adesione alla volontà di Dio, senza lasciarsi travolgere dalla piena del dolore e della dispera­zione.

Durante il funerale, quando la bara è stata deposta ai piedi dell’altare, prima della celebrazione della Santa Messa, i genitori hanno voluto che fosse aperta, così che tutti abbiamo potuto salutarlo per l’ultima volta sereno, quasi sorridente, addormentato nella pace di Dio.

Questo è stato per noi un gesto delicatissimo e meraviglioso che solo chi vive nella pienezza la fede cristiana può e riesce a fare!

Il direttivo del nostro Gruppo Preghiera di Padre Pio, per riconoscenza e gratitudine verso il lavoro discreto e costante di Matteo per il Regno di Dio, ha deciso di fissare un secondo incontro di preghiera comunita­ria mensile ogni penultimo sabato di mese, dopo la Messa Vespertina, per pregare insieme con le famiglie e i giovani che vorranno percorre­re il cammino tracciato da Matteo, con una fedeltà costante, che non è venuta mai meno, neppure negli ultimi giorni della sua straordinaria e preziosa esistenza agli occhi di Dio e per gli uomini.                                            

 A. Maria Manfreda                                                                                                              (Referente Laico: Gruppi di Preghiera Padre Pio)

 

Testimonianza di Beatrice Vinjau

“ Un ragazzo eccezionale”

Nel sito internet dell’Itis Majorana di Brindisi la sua docente di Chi­mica Beatrice Vinjau, ha pubblicato una lettera di addio per Matteo...

“Venticinque anni d’insegnamento, sono tanti e tantissimi sono gli alunni incontrati. Tutti hanno lasciato una traccia del loro passaggio nel mio bagaglio di docente, molti anche nel mio cuore.

Come fare a dimenticare la prima VAK che mi ha accompagnato nel giorno delle nozze, la III TA del ‘90 con Luigi che mi faceva ridere quando non potevo, la VTA della pizzeria TIP TAP e Marina, Valen­tina, Chiara, Vincenzo innamorato della prof di matematica, Cristiana, Marco, Federica, Francesco... Sono tanti, tutti ormai fuori dalla scuola e lanciati nella loro vita.

Ma ora voglio salutare uno di loro che proprio oggi ci ha lasciato in un modo diverso, Matteo, che non ho potuto salutare come avrei voluto. Matteo sempre propositivo, affidabile e brillante. Matteo con il suo sorriso biricchino.

Ho avuto il piacere di conoscerlo due anni fa in terza, quando si pre­sentò con un gruppo di compagni per partecipare ai giochi della chimi­ca. Si fece subito notare per la sua serietà ed il suo impegno, dopo sco­prii che pur eccellendo in ogni campo, la Chimica era la sua passione.

Durante il quarto anno sono diventata una delle sue docenti ed ho co­minciato a conoscerlo meglio, oltre alla sua grande intelligenza mi hanno colpito la sua pazienza, il suo garbo e la grande maturità che esprimeva in ogni gesto. Era una persona veramente affidabile perché portava a termine puntualmente ogni compito con efficienza e compe­tenza. Sono venuta a conoscenza del suo male solo più tardi perché Matteo era un ragazzo che, nonostante tutto, non si risparmiava; con­viveva in modo sereno con la sua situazione cercando di condurre una vita il più possibile normale. sotto l’attento ed affettuoso controllo dei suoi compagni di classe, facendosi notare anche all’esterno dagli

dagli esperti aziendali durante lo stage estivo grazie alla sua serietà e preparazione.

All’inizio dell’anno le prospettive per il futuro erano tante. Parlando con lui avevo scoperto che si stava già documentando sulla specializ­zazione “Energetica” di Ingegneria, verso la quale si era orientato per la sua scelta universitaria dopo aver letto un libro prestato alla fine dello stage. La sua forza d’animo ed il suo coraggio non sono venuti meno neanche quando si è scoperto un improvviso aggravamento della malattia. Matteo è riuscito a concludere il trimestre in modo eccellen­te, raggiungendo i migliori risultati in una classe dal profilo elevato. Quando a dicembre è partito per operarsi nuovamente, una delle sue maggiori preoccupazioni è stata di rimanere troppo indietro nei pro­grammi e di avere difficoltà al suo rientro.

Ma purtroppo Matteo non è più ritornato nella sua classe. Abbiamo avuto la possibilità di salutarlo tutti insieme un pomeriggio in istituto, quando la gioia di riabbracciarlo ha vinto l’emozione di vederlo così trasformato dal suo male che però non era riuscito a cancellarne la dol­cezza del sorriso ed il brillio degli occhi. Durante l’ultimo incontro, a casa sua, la voglia di abbracciarlo, di parlargli, di interessarlo era tan­ta, ma Matteo cominciava ad allontanarsi dal mondo sorridendo con dolce malinconia.

Non sono più riuscita a parlare con lui ed oggi, guardandolo, il deside­rio di salutarlo ancora una volta e di comunicargli tutto il mio affetto ed il mio dolore è stato profondo, perché Matteo era un ragazzo al quale non si poteva e non si può che voler bene.

Ho pensato quindi di salutarlo così, ricordandolo e rassicurandolo, perché un ragazzo così eccezionale avrà sempre un posto sicuro nei nostri ricordi e nel nostro cuore”.

Beatrice Vinjau

Testimonianza del Preside Prof. Roberto Pecoraro

Dal discorso del Preside Prof. Roberto Pecoraro tratto dal DVD della festa dell' ITIS Giorgi del 6/6/2009 per la commemorazione e intestazione dell'aula di Chimica dell'Istituto alla memoria dell'alunno Matteo Farina e del laboratorio di Idraulica al Prof. S. G.

Abbiamo voluto che questa giornata fosse dedicata ad un nostro alun­no, Matteo, che prematuramente ci ha lasciato. Matteo ha frequentato questo Istituto a livello di biennio, successivamente si è indirizzato verso la specializzazione di chimica e quindi si è iscritto all'altro Indu­striale, il Majorana, ma Matteo non è stato dimenticato in questo Isti­tuto perché tutti i suoi docenti e i suoi compagni lo hanno sempre sen­tito vicinissimo nei loro pensieri nella loro mente.

Quando è arrivata la notizia della triste partenza, c'è stato grande dolo­re nell'I.T.I.S. Giorgi, tutti i docenti erano come paralizzati da questa notizia, molti erano anche smarriti.

Io ho avuto una sensazione dalle parole che mi sono state riferite da persone che erano presenti nella Chiesa, quel giorno non sono potuto essere presente al funerale, ma alcune persone estranee al nostro am­biente, che erano state presenti, mi hanno dato un messaggio, un mes­saggio che poi ritroveremo in altre cose ... Il messaggio di una grande pace, allora nella mia mente si è fatta strada una parola ... maestro, perché tutti quanti noi quando riconosciamo negli altri delle virtù, del­le capacità, delle conoscenze, la sapienza, l'unica parola che ci viene in mente per descrivere queste persone è dire, "è un maestro" ... mae­stro di vita, maestro di arte, maestro di scienza, ma è "maestro".

Il nostro Matteo è stato un grande maestro, un grande maestro che ha voluto lasciarci un animo sereno, per la consapevolezza grande che aveva maturato della sua vita come passaggio; la sua vita adesso non appartiene a questo mondo ma è vita ... e ce lo descrive mirabilmente nelle poesie che ha lasciato e che gentilmente la famiglia ha voluto raccogliere e donare, un dono prezioso, io quando la madre è venuta per portarmele, ho detto: «Signora queste vanno messe nello scrigno delle mie cose più preziose» e le ho conservate dove ci sono i ricordi

belli e brutti della mia vita perché, il nome di Matteo da quando l’ho conosciuto non l'ho mai dimenticato, ci siamo visti altre volte, ma il mio pensiero era sempre per lui, per il suo futuro, per le sofferenze che ha affrontato, e per il grande insegnamento che ha saputo darci.

Riconoscere che è un maestro ci deve far pensare a come dobbiamo modificare il nostro modo di vivere, guardando ai valori, quelli veri della vita, che tante volte nella corsa affannosa dimentichiamo.

Come potevamo scrivere su questa targa, simbolica, perché la targa vera è nei nostri cuori, cosa potevamo scrivere? Era molto difficile scegliere una frase, si poteva cadere anche nel banale, in quelle frasi fatte che alla fine si riesce a trovare ed a scrivere, io ho avuto un'i­dea: perché non scrivere quelle cose che Matteo ci ha voluto inse­gnare?

In una sua poesia ci sono delle bellissime parole ..., confortato da coloro ai quali mi sono rivolto per avere un parere, mi è sembrato giusto scegliere delle parole semplici, delle parole che tutti quanti conosciamo, ma che abbiamo sempre paura di dire, perché quello che fa paura non sono i terremoti, non sono le guerre, quello che fa paura è il riconoscere i grandi valori fondamentali e volerli applica­re nella nostra coscienza, quelli fanno veramente paura e cerchiamo di evitare con cura di impegnarci in queste cose come se fosse un delitto ...

Ed allora Matteo ci ha lasciato una breve poesia che si chiama" Per­ché", in questa poesia vi sono alcuni versi, che ho riportato in que­sta targa simbolica nel ricordo di Matteo Farina: "Grazie per la vita, Grazie per la fede, Grazie per l'amore", in questi tre versi così pic­coli e ridotti c'è la grandezza di un nostro grande maestro, il nostro Matteo, grazie a Matteo.